Videointerviste a ex ospiti, religiosi, educatori e amministratori degli Istituti assistenziali saviglianesi.
Testimonianze: Livio Gregorio, “Come l’acqua ghiacciata” – Livio Gregorio, ex ospite dell’Orfanotrofio maschile, descrive il suo ingresso in questa struttura: nonostante si dimostrasse sicuro di sé, tanto da rassicurare i suoi parenti, i primi tempi furono per lui duri, una vera e propria doccia gelata.
Vincenzo Bono, “Sono salito sull’albero e non sono più sceso”; “Gli spissiot” – Vincenzo Bono, ex ospite e poi custode dell’Istituto, racconta cosa combinò il giorno dell’arrivo di Suor Rosaria Petri, storica direttrice del Beato Amedeo: una ribellione dal retrogusto felliniano. Seguono poi alcune riflessioni su cosa voleva dire essere uno spissiot, come venivano comunemente chiamati gli orfani.
La prima sede dell’Ospizio Generale di Carità, eretto nel 1777, era in piazza del Popolo, dove poi nell’Ottocento fu istituita l’ala tutt’ora esistente. La finalità di quest’istituto era quella di offrire un’educazione e un mestiere a giovani saviglianesi maschi, di età compresa tra i 10 e i 14 anni, orfani di uno o entrambi i genitori. Il periodo di permanenza poteva essere prolungato fino ai 18 anni. Nel 1841 la sua sede si spostò poi in Corso Roma, dove ora si trova l’Oasi Giovani.
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(Dalla raccolta “Una Città per famiglia” – Il video integrale è conservato presso l’Archivio Storico della Città di Savigliano)
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Titolo originale: Itinerario I luoghi dell'assistenza infantile a Savigliano - #2 Ospizio di Carità, Ala Polifunzionale, Piazza del Popolo
Datazione: 2014
Argomento: Individuo e società
